martedì 17 marzo 2015

Passerà il tempo

Un lettore mi ha scritto privatamente qualche giorno fa riportando parti di testi e citando altre persone della diariosfera in un principio di robusta polemica. Una tentativo di anamnesi per pezzi di testi, di messaggi, di citazioni di nomi. Indietro, nel tempo, fino a splinder. Centinaia di persone, eventi, pagine, altri diari. Un gozzo in mezzo al mare.
Anche stamani mi è giunto un eco, una sbiadita onda sonora di ritorno dai tempi in cui questo diario diffondeva la nostra energia amorosa. Questa volta una lettrice, ora riapparsa con la sua (per me nuova) creatura.

Osservo la mia memoria, che si direbbe scarsa. Essa ha completamente o quasi completamente eliminato una parte rilevante delle tracce relazionali del passato (sorrido, mi viene in mente l'arte relazionale), anche se furono assidue o intense.
La tecnologia non serve. Anzi... La messaggeria di splinder non c'è più, non ci sono più quei diari. La carta e l'inchiostro sono persistenti, non sono elettroni estemporanei, volubili.

L'oblio, alla fine, rende leggeri, ti lascia poco spazio per perderti, per crogiolarti nel passato.
Una buona memoria antinostalgica. Ma non è vero. Recuperando alcuni commenti, in questa tentativo di restauro di un mosaico che fu tanto bello quanto ora disassemblato, scombinato, leggevo pagine o pezzi di pagine di questa che fu rivivere e ora velleità contro il tempo.
E una nebbia di malinconia arriva, t'avvolge.
Passerà il tempo e questo amore che fu, una donna e un uomo suoi anima e corpo, spariranno nel tutto del tempo.


("librosabio", florgarduño)