domenica 2 novembre 2008

Cantico dei Cantici

(Cantico dei Cantici)


Io son del mio amore e lui mi desidera.

Vieni amore, andiamo nei campi, passiamo la notte tra i fiori.

Al mattino presto saremo già nelle vigne, a vedere se germogliano, se le gemme si schiudono, se i melograni sono in fiore. Laggiù ti darò il mio amore.

Le mandragole mandano il loro profumo. Alla nostra porta abbiamo ogni specie di frutti deliziosi, secchi e freschi.


Come vorrei che tu fossi mio fratello, allattato da mia madre. Incontrandoti per via potrei essere abbracciata senza essere rimproverata.

Ti porterei a casa e tu mi insegneresti l'amore. Ti farei assaggiare il mio vino profumato e il mio succo di melagrana.

Il suo braccio sinistro è intorno al mio collo, con il destro mi abbraccia.

Ragazze di Gerusalemme, vi supplico, non risvegliate il nostro amore, non provocatelo prima del tempo.




Cantico dei Cantici (7, 11-14; 8, 1-4)

Arrigo Chieregatti

Edizioni Dehoniane

p. 66 - 67



(anonimo)

4 commenti:

cassiera ha detto...

ri-contestualizzato. ma poi la mandragola...non è anche un veleno? e che forma ha. dov'è.

kaliuga ha detto...

Il cantico dei cantici, non a caso, testo piu' letto nella storia dei matrimoni...

Cassiera, la mandragora si dice sia un tubero con una forma umana che quando viene estratto grida e il suo grido puo' portare alla pazzia e alla morte. Nel film "Il labirinto del fauno", si vede come la mandragora tenuta in ammollo in latte e sangue possa vivere una parvenza di vita fetale... che sia una specie di... patata?

kaliuga ha detto...

appunto quella nel disegnino di anonimo sembra una mandragora

cassiera ha detto...

che angoscia kailuga...già vivo in un mondo fantastico di mio..ci mancava che vi ci infilaste la mandragora ... che urla poi quando la strappi?? ...la devo assolutamente vedere. un tubero vivo.