martedì 4 settembre 2007

Così nel silenzio

Sabato abbiamo assaporato, per qualche ora, il sapore della vacanza. Non siamo riusciti ad avere la disciplina di alzarci presto, anche perché ci siamo amati teneramente (ma non troppo) e cos' siamo usciti di casa solo a metà mattina.



Una sbirciata alla guida rossa, controllato un paio di itinerari e poco dopo ci siamo ritrovati nella meraviglia delle piane depresse, placide e silenziose del polesine parmense. A scoprire la bellezza struggente, un poco esoterica ed enigmatica, della opera giovane del Parmigianino, la rocche di Fontanellato dei Sanvitale, la villa dei Pallavicino e molte abbazie una volta perse nella campagna ora conurbate, raggiunta da edilizia improbabiole. Siamo stati guardoni ed intrusi, a darci baci di gioia nel brolo della fortezza e poi nelle sale dei duchi, ad osservare suppellettili, arredi, armi, affreschi, cotti antichi e tele seicentesche, talami e caminetti, centri tiepidi e caldi di vita. Di tanto in tanto risuonavano scariche di bacetti croccanti, A-Woman si scherniva, ridendo, dai orsone, dai che ci guardano. A altre meraviglie del tempo che fu, dei Pallavicino, dei Meli Lupi.



Sai, orsone, di cosa mi ricordo? dell'odore di vacanza, durante la passeggiata sugli argini. Eravamo curiosi di arrivare al pacido signore dell'intera pianura, perderci tra farnie, salici e pioppi degli argini, ad osservare l'austera povertà della zona, depressa in molti sensi, che le ha assicurato per secoli, non per sempre, di essere scevra dagli orrendi assalti, dai peggiori esempi di antropizzazione parassitaria e volgare, alluminio anodizzato ed insegne al plexiglass.

Eravamo la, sulla riva, ad osservare le acque limacciose e grasse, in quell'ansa, tra attacchi di zanzare voraci, il concerto furioso di dozzine di uccelli, osservandol'acqua che scorreva neppure tanto placida, saliva mezzo millimetro alla volta (le piogge abbondanti in Lombardia del giorno prima stavano avendo effetto), il rumore lontano di un trattore invisibile, oltre la selva della riva lombarda.

Così, nel silenzio, si sono amati molto, per l'ombra di querce e pioppi, per il camminare col suono dei passi tra aironi e spatole e fagiani, che li affascinarono all'inizio e per i quali continuano ad innamorarsi, una morgana ed un fauno.


putto tra Diana e Atteone


(girolamofrancescomariamazzola)

3 commenti:

Errare ha detto...

bhe mica si guarda il posto dove ci si trova per amarsi.... ogni momento è quello buono.... ed ogni lasciata diventa persa!

Magari fateci saper, con il prossimo post, il posto più strano dove lo avete fatto! Solo per curiosità!

LeiPer ha detto...

Continuano ad innamorarsi.... una morgana e un fauno....

AWomanAMan ha detto...

x Errare:

Ci siamo amati molto, ma non col mulhadara, coi genitali (traduz.: non abbiamo fatto l'amore). Ci siamo amati per tutto il resto, cuore, ventre, stomaco ed occhi per ciò che eravamo, noi, in quel momento e in quelli simili del passato



x LeiPer:

Dopo settimane è come se, in effetti, ci fossimo trovati a doverci rittovare e innamorare di nuovo.