lunedì 17 settembre 2007

Al tramontare

Ed una delle prime cose, venerdì sera, nella nostra stanchezza veramente eccessiva, era stata chiederci come fosse andata in questi giorni.

AMan mi chiede di tanto in tanto se mi masturbo, lo solletica molto l'idea. A-Woman si schernisce quando le chiedo se ha fatto allenamento durante i giorni di calma.

Ci siamo guardati con due visi da totani: macché, nulla di nulla. Non una volta che ci siamo masturbati, è come se la nostra sessualità fosse andata in letargo già in questi giorni. Svuotati di ogni capriccio, come due nonnetti sereni.

Così sono stati due giorni di relax massimo, tra dormite e ritmi al rallentatore. Meno abbiamo fatto più abbiamo sbadigliato, pause su panchine sotto castagni o su macigni in riva al lago interrotti da camminate lente. In giro per meandri di appennino dimenticati da tutti, paesini di mille anime ora ridotte a cinque, siamo stati quasi tutto il tempo da soli o in compagnia di falchi e dei bramiti dei cervi, inquietanti come ruggiti, nella selva.

Si, è autunno, ci sono stati momenti molti sereni, silenziosi, come tra un uomo ed una donne di una coppia che si conosce da anni, o il particolare di quella mano che mi accarezzava, in silenzio, mentre guidavo, per poi appoggiarsi, tiepida sulla coscia destra. Abbiamo parlato dei nostri figli che crescono, domani primo giorno di scuola per entrambi, di noi che invecchiamo.

Essere meno gagliardi cheta la baldanza e i desideri di onnipotenza. Siamo usciti da quel piccolo camposanto, di lapidi consumate quasi illeggibili, al tramonto, col bramito dei cervi. Solo poche case in pietra, sghembe e colle finestre piccine, gli scuri ancora pinti di verde brillante, disabitate, ci furono molte vite, alcune scritte sue quelle lapidi, e abbarbicate sul macigno intorno alla chiesa.

Nel camposanto di un presepio, abbiamo parlato fino al tramontare del sole, della morte, di noi che moriremo, anche noi, come loro.


Cimitero di San Cataldo


(sterile)

2 commenti:

anneheche ha detto...

Beh c'è tempo.

ilbibieilbibo ha detto...

La morte, la pace dei sensi, tutte



cose che sembrano spaventare.



Onestamente non la penso così.



Sono semplicemente una parte



della vita e quindi come tale vanno



accettate. Una cosa su cui rifletto



ogni tanto è il "come" arrivarci. Si



pensa che diventare "rincoglionito"



alla fine della propria esistenza sia



un dramma, talvolta penso invece



che sia un bene, un estremo dono



che ci è fatto per non farci rendere



conto di quello che sta succedendo.