venerdì 15 giugno 2007

venti e nove - 9

(venti e nove - 8)


Avevamo girovagato, in precedenza, per i locali, le stanzette del locale. In sei, gli Albi, Ciocco e Lata, noi due, l'interno era gradevole, sia pur deserto, fino a giungere ad un salotto, in cui un monitor stava trasmettendo un porno. Una donna, mora, molto carina, che accoglieva, da tergo, nel suo ano, un cazzo duro e di dimensioni ragguardevoli, un alto maschio di fronte, il cazzo eretto, che attendeva le sue attenzioni, la sua bocca. Ci sono dettagli che sono stuzzicanti: cercava di afferrare l'asta del fallo come volesse spingerlo a infilzarla con maggio irruenza, cercava di spingere verso di lei quel maschio, tirando a sé il bacino di questi. Così impegnata non riusciva a concedere la sua bocca al secondo maschio (a volte il multitasking è impegnativo pure per le donne...)

Avevamo scostato le gelosie, sbirciato all'interno, una battuta frizzante di Albo (meraviglioso come l'umorismo apra le situazioni in stallo, pure il cuore e la testa) per un principio di imbarazzo, una domanda (Ciocco?) sull'autenticità o finzione, un accenno, subito smorzatosi, sulla rarità dell'oscenità, di AMan, ma non era il tempo del verbo, quello. Già, è la domanda. La finzione e la realtà. Non c'è nulla di più autenticamente osceno, di emozionante di una rappresentazione realistica, della realtà vera sia pur imperfetta, della realtà lussuriosa. Un gemito sommesso, un paio di occhi socchiusi sono infinitamente più osceni di movimenti esagerati, di audio posticci e finti. Immagini oscene e l'onda chimica interna impetuosa tra tutti i sei vortici, dall'ajna fin giù al muladhara, per poi tornare su e giù in una risacca sbalorditiva.

In precedenza le stanzette erano vuote e quando ci ritornammo, molte lo erano ancora, a parte tre in fondo al corridoio che trovammo chiuse. Entrammo nella quarta.

Sì, l'idea era quella di proseguire il massaggio.

Ora dobbiamo essere ovviamente soggettivi, non abbiamo il dono del mind reading e non sappiamo quali fossero le emozioni che percorressero Cioco e Lata, belli, colla loro energia che si aggiungeva alla nostra, dei mentori che ci conducevano nel mondo che conoscevano un po' più di noi. Erano globuli luminescenti, attraverso i gangli della rete sensoriale e neurologica, la fitta rete tecnologica del nostro essere, la nostra rete sensoriale e percettiva strabordava inondata di energia, un surplus energetico che non sapeva dove straripare.

C'è una nota fisiologica: che ore saranno state? le due? difficile a dirsi, ottimo segno, avevamo perso la cognizione del tempo. E' uno dei segni dell'eccellenza di uno stato: nelle esperienze di vetta si trascende sempre la dimensione cronologica, se non si perde la dimensione del tempo non è straordinario.. Comunque era tardi. Alcune coppie già in precedenza si era avviate via via verso l'uscita (e stiamo parlando del tempo dopo la lap dance e il  ballo in quattro). A-Woman era relativamente tranquilla sia pur stanca: le mestruazioni e l'intensità di tutto. AMan aveva già accusato durante la cena dei cali di tensione. Non è facile passare ore, erafvamo già alla quinta, (alla sesta ?) fitte zeppe di secondi e di attimi e di minutoi di attenzione tensioattiva, quel vortice di parole e sguardi e giochi visivi e curiosità. Già durante la cena AMan aveva dovuto entrare in modalità multitasking, ascoltava le parole di LupoDiMare cercando di non perdersi la trama ordita dagli altri sei. Ecco, prendete un maschio e mettetelo in modalità operativa in parallelo e lo ammazzate; quello è il terreno dell'eccellenza femminile. C'è un avanzo energetico che non riusciva a scaricarsi verso il basso. In altre parole il diaframma, il diaframma bloccato, l'energia sopra non va sotto e viversa.

Quasi un leggero senso di stordimento, a tratti.

A-Woman era serena, pure allegra, era entrata già nel suo olimpo di fortezza e serafica magnificenza, ella, la donna dalla mente scambista ingloriosa e dal corpo scambista fantasmagorico.



Le vedi quelle immagini di donna inculata? la rosa lucida di lubrtificante che asseconda i movimenti che lo infilzano, che lo allargano? i capezzoli eretti? Ora, entri in quella stanzetta, scura, il copriletto in broccato rosso, la piccola abat-jour, quel lume, rosso, anch'esso. Ecco il sangue. Il sangue che girava sopra e sotto.

Ad ogni palpito il tuonare nelle tempie, l'onda calda dall'alto giù fino al diaframma e poi di nuovo sù. Mio dio, eccoci nel mondo dei sogni.


P.S.

Il monitor lo hanno spostato dall'architrave del camino in alto, praticamente sulla parete a destra, che non è rappresentata in figura.


9 commenti:

Sonorson ha detto...

Ma che senso ha tutto questo?

AWomanAMan ha detto...

Sonorson, è il viaggio che ha senso, non serve una meta.

Il senso di tutto ciò? ci stiamo scrivendo il diario da un bel po' di mesi. Secondo te, che senso ha?

angeljca ha detto...

qui traspare in pieno l'energia, inarrestabile come le parole. e sì, se non si perde la cognizione del tempo non è uguale... e mi fate fare qualche "bel" pensiero, hem... ;)

sibelbride ha detto...

che fo, vo da lui?



Sposa

AWomanAMan ha detto...

x angeljca:

E' stata una delle parti più belle perché ce la siamo vissuti in modo piuttosto spontaneo. Qualche epensiero... orgiastico?



x sibelbride:

?

Sonorson ha detto...

Certo che il senso è il viaggio, e non la meta.. non sono mica nato ieri.

Mi chedo che senso ha QUESTO viaggio e non un altro.

O scegliete il tipo di viaggio a caso? Io non credo.... :)

sibelbride ha detto...

dopo quel racconto l'istinto è stato quello di partire e ripetere l'esperienza illustrata.

;)

AWomanAMan ha detto...

quel racconto? quale? devi ripetere una tua esperienza?

continuo a non capire...

Ma parli di questa pagina ovvero intendi



dopo codesto racconto l'istinto è stato quello di partire e di emulare la vs esperienza?

sibelbride ha detto...

la seconda che hai detto, honey ;)



popo così. dopo lettura di qst racconto l'istinto è stato quello di partire ed emulare ;*