venerdì 13 ottobre 2006

Mortadella


  • Mortadella, cibo popolare ed operaio

    Romano Prodi


Ero uscito dal giudice di pace. Il sole, tarda mattina, i ritmi diversi dalla norma settimanale. Dopo le scartoffie, i locali grigiastri e al neon nello standard di ogni luogo giudiziario, le tapparelle mezze abbassate, anche sbilenche e sciatte, in una bella palazzina di inizio Novecento, proprio 'na cosaccia da topi di tribunale, ho avuto un guizzo edonistico, un capriccio per i sensi un po' mortificati.

Esci, passi per il centro e le sue vie contorte e irregolari, hai ancora mezz'ora, t'infili in quella bottega, sei il numero 12, dopo le pensionate coi capelli azzurrini, più larghe che alte e un paio di lavoratori di cantiere, ancora la calcina sui vestiti, che acquistano il cibo per i loro compagni. Ma non puoi fare molta cura ai dettagli e a quel che succede nel negozio. Gli occhi puntano alternativamente il tondo e rosato salume e scelgono quale sarè il pane adatto ad accoglierlo. Il naso immaginario che stabilisce in anticipo se dovrà dedicarsi all'aroma del porco colle sue spezie, o alla fragranza di malto della pagnotta ancora tiepida di forno.



Aspetto un po', ora non ho ancora una gran fame.

Che profumo però.

Già, proprio che profumo.

Beh, non si deve mica attendere così a lungo.

Ma no, è ancora presto, sono passate solo tre ore da colazione

Non so, ma non è mica da tutti giorni il profumo che esce dal sacchetto li dentro.

Aspetto, ora controllo il sacchetto



Il tempo è diventato non lineare colle sue regressioni. Hai delle briciole sul pile e osservi, travolto dall'orgia sensuale che si sta manifestando in bocca e nel naso, se ci sia più strato di mortadella nella parte sinistra o in quella destra del panino.

E procedi come una di quelle vecchie stampante avanti e indietro per non fare torti.

Ad un certo punto pensi come sarebbe avvolgerla, la tua porchetta deliziosa, in enormi fette per poi morderla in alcuni punti ed in altri arrivare alla carne bagnata, sotto, bagnata per eccesso d'uso della lingua che passa finalmente dal gusto della tonda felsinea ormai consumata, li dove c'era quel bianco ormai liso, all'aspro bagnato e prugnolo di lei che un po' contorcendosi si trattiene a fatica sotto.



Come deve essere? sana e consapevole libidine?

Ecco, forse quando ci chiederanno, un giorno venia su un'orgia, provata e vissuta e gustata, se ci chiedessero com'è, ecco, potrei iniziare con: hai presente una pagnotta calda di forno colla mortazza?


4 commenti:

clara1976 ha detto...

Chebbuono il pane caldo con la mortadellaaaa.

Alla prossima orgia penserò alla mortadella;-)

anonimo ha detto...

Salve, leggo ogni tanto il tuo blog, mi piace molto!!!

Spero che il mio ti piaccia!!!!

Chi vuole partecipare è il BENVENUTO!!!!!

AWomanAMan ha detto...

x utente anonimo (#1):

Diccascrante, ma piacevole, questo paragione tr il bondage e la salumeria :)



x clara1976:

O alla prossima rosetta colla mortadella penserari a...

ciao claruzza cara!



x utente anonimo (#3):

Grazie per l'apprezzamento.

Ma manca un riferimento al tuo diario. Come fare a raggiungerti

Ggioia ha detto...

Anche lo speck e il formaggio avevano il loro perché... :)