mercoledì 7 dicembre 2005

Ero tuo

Ero svuotato. Preso il treno un ora più tardi. Ho dormito sul treno. Le gambe sulla bici erano molli. In bagno al lavoro ho visto le mie occhiaie. Avevi fatto il vuoto. La mia anima, la linfa vitale erano stati risucchiati.


Lo sai che quello che abbiamo fatto stamattina è una vera soddisfazione per me? Farti venire così... Sarebbe stato bello addormentarsi sopra di te. Non so esprimere quello che provo, grande e profondo. Un bacio. Profondo.


Sfrecci colla bici nella città meccanica e senti muscoli molli caldi acidi lattici.  Era come se la parte inferiore del corpo, dal bacino in giu, fosse stata drenata, priva di sangue.


Ti avevo sentito questa notte, mentre mi soffiavo il naso, accidenti di raffreddore. Il tuo ciccio era grosso e duro e lo sentivo, che spingeva. Le mie spalle nel tuo busto, il mio bacino sul tuo bacino. Sentivo il tuo cazzo. Mi era venuto un attacco di cattivi pensieri, t'avrei preso. Poi il raffreddore, ho desistito.


Sai, AWoman, io sono rintronato, è stato così forte e fisicamente così diverso. Tutto concentrato sulla punta del cazzo. Tutto il mio corpo, il tuo corpo erano nella mia cappella, nel tuo palato, nella tua lingua, nelle tue labbra.


Ci siamo addormentati, 10 minuti,  forse un quarto d'ora. Il mio viso sul tuo busto, mi baciavi i capelli. Sentivo la tua mano lisciare la mia schiena, via via più lenta e pesante. Poi il tuo fiato caldo sui miei capelli, il respiro era diventato regolare e profondo. Eri mio. E ora mi addormento sul tuo busto. Ti sei arreso, quasi lottando, quasi disperato.


Sono confuso... Sono venuto nella tua bocca, mi hai succhiato, hai fatto il vuoto, mi sento testicoli e prostata e uretra svuotati, il vuoto che mi fiacca. Ho resistito a lungo. Mai il tuo vortice, la tua pompa di saliva in favella aspirante ha vinto la mia resistenza del cazzo.


Sentivo che piangevi, quasi. Non erano più gemiti. Non era più un rantolo erotico. Era quasi un pianto. Ecco, un misto, sai quando senti uno, non sai se piange o se ride; ecco non capivo se fosse un godere o un piangere, AMan.

Stavi vincendo, stavi abbattendo ogni resistenza. La mia storia, il mio eros piangevano. Le difese, la rocca si stava sgretolando, ogni volta che creavi il vuoto, che sentivo il tuo ciucciare, la in punta. E' pazzesco: stavo provando una transe, un pompino estatico e mi veniva quasi da piangere. Era come se mi rendessi conto che ciò che desideravo, scoppiare nelle tue fauci calde e insalivate, violasse, frantumasse l'esperienza "non vengo, non riesco, in bocca".


AMan, sai quando mi sono accorto che stavi per cedere? Ci eravamo messi a 69. Ero si distratta (me la stavi leccando da Dio) ma sentivo il tuo respirio aumentare di frequenza e il tuo bacino iniziava a muoversi di più. Poi, bruttone, hai iniziato con quel mio punto sotto. C'erano anche i miei di rantoli, ma...

Me lo avevi detto, AWoman, me lo avevi ricordato: per venire la prima volta ti eri messo prono. Dai, mi stendo, vienimi sopra. Un po' più in la, non riesco ad arrivare al ciccio...


Fa parte di quello che non capisco di questa esperienza: per la seconda volta nella mia vita tu mi hai accolto e succhiato. Non mi era successo, mai, fino in fondo, colle altre mie compagne. Era come se non riuscissi ad abbandonarmi. E' stato soave e sottile e completo, esaustivo, con te, mia brutta bestiona. Un'esperienza, un viaggio anche dentro me, dentro te. E' un dono raro che ci siamo scambiati.


Mi piace farto godere così. Mio Dio, quanto ti amo!


AWoman, comunque è così strano: eravamo ad un punto di stallo. Poi la tua osservazione. Ci siamo sistemati.  Gustavo il sapore acido della tua fica, sai quanto mi piace, proprio acido, all'inizio, ancora quando non ho leccato troppo il tuo sapore. E poi la pelle del mio busto sul tuo ventre. E la pelle fine e delicata delle tue cosce sulle mie orecchie. Quando ho iniziato a sentire i tuoi rantoli, quando ti ho tormentato quel meraviglioso nostro punto ero-G-eno, ho capito che avrei ceduto. Il tuo piacere mi risulta insopportabile, scardina le mie resistenze.


E, l'ho capito che ti ci vogliono un bel po' di baci.


Birbaccia matricolata, dopo quello che mi hai combinato, sai che rischio di darti ben 1,15 baci?


Tirchione, tanto lo so che mi riempiresti di baci... Anch'io sai?


Eri mio. Col tuo kazzo nella mia bocca, la mia anima nella tua bocca. Ero tuo.
Riscrivi quei momenti e ancora ti emozioni. Sento la mia anima che si perdeva, contrazione per contrazione...


Data astrale h07.45_mar.06.dicembre.2005.


P.S.
AWoman, mi sono addormentato anche in treno, al ritorno. Stavo scrivendoti uno dei nostri 1000 messaggi di oggi.


blog.voissa.com


 

6 commenti:

Gataflor ha detto...

E' sempre una delizia leggervi...

masloco ha detto...

Qui c'è amore... e tanta passione.



W la felicità !!!

biondograno ha detto...

..non lo so, a volte mi verrebbe da chiamarla pure poesia...



forse non lo è, ma sicuramente è amore...



baci ad entrambi

pitupitumpa ha detto...

sicuramente è anche poesia..

splendidi..

anonimo ha detto...

Che carini, davvero. Leggervi è un gusto assoluto. Didi di Coppiascambista

AWomanAMan ha detto...

bloggaccioni bruttibelli, un po' ci imbarazzate...

poesia, mah, un po' impegnativo come termine..., 'zzo poesia...

A volte rileggiamo, pensiamo di essere stucchi o prolissi o ...

C'è sempre da pensare l'equilibrio tra brevità, un po' secca, un po' easy&fast e l'ingordigia di voler fissare emozioni e sensazioni fini, che necessitano di qualche dettaglio...

Ma, alla fine, perché scriviamo questi nostri diari?